SIRIA 2008
On the road to Damasco
Diario di viaggio
01.08.08 ore 00:20
...E siamo ancora con le valigie aperte. 6 ore di sonno agitato e poi si parte!
Pensiamo di aver avuto solo noi questa brillante idea di partire il venerdì, ma già in tangenziale ci becchiamo una coda chilometrica... Andranno mica tutti in Siria?!?
Tutto liscio fino in Serbia, a parte una strana reazione del doganiere quando gli diciamo la nostra meta: faccia schifata e strizzata di palle (e qui mettiamo pure in dubbio le sue conoscenze geografiche).
Si fa sera e dopo 900 km è ora di trovare un letto. Punto il dito sulla mappa e finiamo a Jagodina, dove notiamo una sovrabbondanza di banche e... gnocca locale! Ma di alberghi nemmeno l’ombra. Mi affianco a un tizio in scooter e comincio a sfoggiare tutte le mie conoscenze linguistiche: hotel, room, zimmer? Questo mi guarda e mi fa: Uè! Italiano?! Cerchi una camera? Seguimi che ti porto io! ….Vaa bene!
02.08.08 ore 07:30
Ci svegliamo col profumo di peperoni e salsiccia che arriva diretto dalla cucina... (quasi quasi saltiamo la colazione!) E invece ci va di lusso: la pensioncina si è rivelata davvero tranquilla, accogliente, e per noi preparano pure la colazione all’italiana!
Rimontiamo in sella, prossima tappa: Plovdiv, dove ci aspetta un’amica bulgara della Monica (mmm... ho già gli ormoni in subbuglio!).
Con non poca fatica raggiungiamo il fatidico punto d’incontro: scambio di convenevoli e l’accoglienza è talmente sincera che ci sentiamo quasi a casa. Il livello di vita è completamente diverso dal nostro e ci rendiamo conto (ancora una volta) che la gente meno ha e più è generosa.
Il centro di Plovdiv è davvero carino... e le bulgare anche di più! Nella mia testa conto almeno una decina di proposte matrimoniali ma la fede al dito troppo stretta mi fa tornare presto alla dura realtà!
03.08.08 ore 10:00
Quasi con le lacrime agli occhi salutiamo la nostra amica Deedee ringraziandola della calorosa ospitalità. E ripartiamo in direzione Turchia.
All’ultimo distributore bulgaro ci fermiamo a far benzina per approfittare della netta differenza tra i due stati (circa 70 centesimi al litro!), ma dobbiamo aspettare che il pullmann davanti a noi finisca di fare il pieno: vabbè, sono solo 650 litri di gasolio... Azz!
Eccoci in frontiera. Se non vogliamo passar qui la notte, siamo costretti ad affrontare uno slalom chilometrico tra le centinaia di macchine turche che rimpatriano per le ferie, ricevendo strombazzate e insulti incomprensibili... (poi neanche tanto).
Finalmente di nuovo in Turchia! Mi basta metter le ruote ad Istanbul per ricambiare di tutte le maledizioni dando sfogo alle mie nuove trombe: che soddisfazione! (Ma di li a poco cederanno... ahimè!).
Quest’anno, grazie alla mappa dettagliata nel gps, raggiungiamo in un batter d’occhio un alloggio a Sulthanamet, svincolandoci dalla bolgia e l'isterismo stradale che caratterizzano questa città. Scarichiamo i bagagli e, ripuliti dallo smog, ci abbandoniamo al richiamo del muezzin, gongolando felici tra viuzze e minareti...
04.08.08 ore 08:30
Splendida giornata dedicata alla visita della città: Moschea Blu e di Santa Sofia, Gran Bazar (dove, miracolo, passiamo indenni!), gita sul Bosforo in battello (talmente interessante che veniamo svegliati a fine corsa con un: “last stop-last stop!”)... e passeggiata per la moderna Taksim slappando un gelato "algidaturk".
Concludiamo la serata con una cenetta tipica a base di kebab su una terrazza panoramica, chiacchierando in tedesco col cameriere (turco ovviamente) che non ci molla più!
05.08.08 ore 06:30
La Cappadocia ci aspetta!
Partiamo quando Istanbul è ancora semiaddormentata e avvolta in una leggera foschia mattutina. Passato il ponte sul Bosforo ci accoglie il cartello “Welcome To Asia”. E qui il primo intoppo: al casello si può passare solo con telepass o una loro carta speciale. E noi (da bravi italiani e non vedendo alternative) tiriamo dritti in una corsia senza sbarra, lasciandoci alle spalle una sirena d'allarme che si fa sempre più lontana...
Fiancheggiamo la periferia di Ankara disgustati dagli enormi blocchi di cemento che la soffocano e ci fermiamo per il pieno dallo stesso benzinaio che 3 anni prima ci aveva offerto un çay e la sua amicizia. Ricambiamo lasciandogli una foto fatta insieme quella volta con la vecchia Pegaso. Tra stupore e incredulità... altro çay in compagnia!
Rimaniamo commossi quando, in un’altra area di sosta, una famiglia turca ci avvicina e, tentando una conversazione fatta di gesti e sorrisi, ci offre della frutta fresca (consapevoli di non ricevere nulla in cambio, se non la nostra gratitudine). …Che splendida gente! Altra breve tappa al lago salato di Tuz Golu dove ci divertiamo a scattare foto su questa bianchissima distesa di sale... sembra neve! I km sono tanti, i crateri sull’asfalto ancor di più, ma nessuno ci fermerà in questa corsa verso quel paradiso che è la Cappadocia. A parte la polizia! “There is a big problem!” esordisce il poliziotto, iniziando a scrivere su un foglietto: “122 is your speed, 70 is the limit”... “You must pay 237 YTL” E qui comincia la trattativa! Tra suppliche e lacrime di coccodrillo della Monica arriviamo a sborsare solo 50 YTL (circa 30€). Ovviamente senza ricevuta, ma non fiatiamo, ci è andata bene.
E finalmente si apre davanti a noi uno spettacolo lunare: “Welcome to Goreme”, regno di pace e relax per eccellenza.
06.08.08 ore 09:00
Ci svegliamo in una romantica cameretta scavata nella roccia, avvolti da una strana nube e ancora un po’ intontiti... che sia la quintalata d’aglio che ci hanno servito ieri sera in tutte le salse!? Eh già... splendido ristorantino, ma cucina un po’ troppo speziata.
Le ore successive scorrono dolcemente scorrazzando senza meta tra le incantevoli valli della Cappadocia e scattando centinaia di foto, fin dove gli occhi riescono ad arrivare.
A Zelve, tra i camini delle fate, perdo la testa... Non per una turca no, ma per una bianchissima pelliccia di capra! Riuscirò a farla mia per 30$ (prezzo iniziale di 120$.. ), compresi 2 çay e simpatica chiacchierata col turco. Con grande disgusto della moglie provvedo subito a rivestire la sella del mio cubano. Anche se la Monica non vuole ammetterlo, beneficeremo per tutto il viaggio della comodità di questo inedito optional (sella che non scotta se lasciata al sole e mai più sudato il sedere...). Oltre che oggetto di attrazione per molti. Sicuramente la moto più fotografata, in barba a tutte le bmw!
Il resto della serata ci promettiamo di passarlo col vecchio amico Cofur, nel suo harem di tappeti, dove 3 anni fa acquistammo uno splendido sumak. Sciogliamo tutto il nostro inglese scolandoci una bottiglia intera di vino bianco e rincasiamo barcollando e ridendo come due cretini... Stavolta però senza tappeto.
07.08.08 ore 04:30
Ci svegliamo col canto del muezzin e la Monica si rende conto che Gorge Clooney era stato solo nei suoi sogni... èèh l'alcool!
Ci prepariamo, ancora mezzi addormentati, per il giro in mongolfiera. Questa volta non potevamo proprio perdercelo! E, come infatti pensavamo, si è confermata un’esperienza incredibile: la Cappadocia vista dall’alto mentre sorge il sole è uno spettacolo ancor più magico! Atterraggio ad alto rischio, causa roccione che non si toglieva dalla traiettoria. Ma presto dimenticato con un bel brindisi finale in compagnia di una ventina di giapponesi ipereccitati. ...Wonderful!
Per tutto il resto della giornata ci rilassiamo e bighelloniamo per Goreme, godendoci la pace (e i çay) all’ombra dei suoi chioschi.
08.08.08 ore 07:00
Ricarichiamo di nuovo la moto per dirigerci verso il Nemrut Dagi, monte famoso per le sue imponenti statue vecchie di circa 2000 anni dedicate ad antichi dei.
Le strade sono pessime e la calura aumenta, ma ci pensano i benzinai turchi a ristorarci offrendoci tè e frutta fresca a volontà... Dopo circa 9 ore di viaggio ci fermiamo stremati alla prima pensione ai piedi del Nemrut ...o meglio, ci blocca il gestore buttandosi letteralmente in mezzo alla strada. Posto da dimenticare, ma accoglienza calorosa, come sempre. ...O forse perché eravamo gli unici clienti?!
09.08.08 ore 04:00
Fuori è ancora buio ma ci è stato consigliato di visitare il sito all’alba. Peccato che ci andrò da solo visto che la Monica da forfait, causa: “maledizione di Ataturk”!
La salita in moto è una passeggiata, altro che i 500 metri finali da far a piedi con quello pendenza! Ma tutte le fatiche vengono ampiamente ripagate dal meraviglioso scenario che mi aspetta sulla vetta.
Dopo un paio d’ore ripasso a prender le valigie e quel sacco di patate di mia moglie. Siria arriviamooo!!!
Con il sole in candela raggiungiamo la frontiera di Kilis dove ci armiamo di tanta pazienza per espletare tutta la burocrazia, condita da funzionari appassiti e un po’ corrotti. Ma non siamo soli. Il caso vuole che incontriamo 3 fuoristradisti italiani, precedentemente conosciuti in un forum e che speravo di trovare lungo il tragitto. Carramba che sorpresa! In posti così poi...
Ore 15:30 mettiamo finalmente piede in terra siriana. Proviamo subito l’emozione di fare un pieno a 0,50€/lt (in Siria comunque non esiste la verde, c’è solo la Super) e ci dirigiamo, tra gli occhi curiosi della gente, per una breve visita verso le rovine di San Simeone. Centinaia di ulivi ci scorrono ai lati e un silenzio appagante ci circonda. Ci fermiamo a consultare la cartina e subito si forma un cappannello di persone intorno a noi (sembrano api sul miele). Ci guardano, toccano increduli la moto e ci mitragliano di domande. Dopo la (inevitabile) diffidenza iniziale, impareremo presto a conoscerli e ad apprezzare la loro curiosità, ospitalità e gentilezza incondizionata. La sosta alla Basilica meriterebbe più tempo ma siamo stanchi e optiamo per andar a cercare alloggio ad Aleppo, dove ci attende un caos infernale (ancor peggio di Istambul) e migliaia di occhi sgranati al nostro passaggio. Ma resteremo noi ancor più stupiti quando scopriremo di spender solo 13€ per la camera e 7€ per la cena (ovviamente a coppia!).
10.08.08 ore 09:30
Oggi giornata relax, dedicata alla visita del suk e della cittadella, sotto un sole cocente e venditori un po’ assillanti. Ma passeremo indenni anche questa volta. (Comincio veramente a pensare che la Monica abbia perso un po’ di lucidità... bàh!)
La sera salutiamo a malincuore il nostro amico Moustafà, il gommista di fronte al nostro hotel che in questi 2 giorni si è fatto in quattro per noi.
11.08.08 ore 06:30
Oggi ci aspetta Damasco, ma non prima di aver fatto visita alla città morta di Sergilla (con la sua aria davvero spettrale), il sito di Apamea (con la sua interminabile colonnata romana) e le norie di Hama (delle gigantesche ruote idrauliche di legno azionate dall’acqua del fiume Oronte). E impariamo come distruggere il cupolino del vara in un batter d’occhio: basta parcheggiarlo un pò in pendenza in una zona particolarmente ventosa. Mentre ci si gusta 2 magnifiche banane dell’Ecuador ovviamente! Imprecazioni in arabo e arrivo a Damasco con moto "incerottata".
Non trovando sistemazioni economiche perché tutto esaurito, facciamo gli sboroni e ci permettiamo una suite al 5 stelle Hotel Semiramis. Parcheggiamo il nostro mulo impecorato di fronte all’ingresso e, con i facchini in divisa che ci portano i bagagli, entriamo nella nostra meravigliosa camera con le lacrime agli occhi. Ne usciremo ripuliti e profumati dopo un paio d’ore di euforia per una cenetta romantica al bellissimo Casablanca Restaurant, nella città vecchia.
12.08.08 ore 09:30
Dormita trionfale e colazione da pashà mescolati tra sceicchi e odalische.
Ci immergiamo nel suk dove, tra profumi di spezie e colori sgargianti, acquistiamo i nostri primi souvenir (la Monica si stà riprendendo alla grande...). Visita alla bellissima moschea degli Omayyadi (scalzi e "intunicati") e passeggiata nel quartiere cristiano tra stretti vicoli e negozietti d’antiquariato. Assaggiamo il miglior gelato della città (a detta della guida) al Bekdach: è un impasto piuttosto gommoso ricoperto di pistacchi tostati in scaglie... Mah! Alla sera infatti i primi risultati, con qualche problemino... Chiudiamo la giornata in bellezza con una cenetta in un altro localino degno di nota: il Neutron Restaurant, sempre nella città vecchia.
13.08.08 ore 09:00
Ci rituffiamo nel suk per gli ultimi acquisti: tovaglie per tutto l’albero genealogico, orologio da parete per la nostra casetta, mini-corano (per quando non riusicrò a dormire...) e servizio da tè per 6 persone. Giusto perché siamo già poco carichi!
Dopo aver speso tutte lo nostre energie (oltre che budget) in queste estenuanti trattative, accecati dalla fame entriamo nella prima bettola che troviamo. Ci scoliamo un surrogato di coca-cola e azzanniamo un kebab che alla fine si rivelerà una cosa eccezionale, da leccarsi dita e baffi!
Rientriamo alla base belli rimpinzati e carichi di borse e, mentre la Monica si riguarda tutti i regalini e si prepara per la serata, io mi dedico un po’ alla manutenzione della moto. Circondato da curiosi mi affanno ad incollare il cupolino e ad ingrassare la catena, rispondendo a mille domande.
Nel frattempo vengo contattato da Carlo, uno dei tre fuoristradisti italiani, che ci invita a cena da loro in un campeggio alle porte di Damasco. E finalmente, dopo 2 settimane di pilav e Kebab, ci vediamo arrivare dei bei piatti fumanti di carbonara! Visione paradisiaca... Ottimo vinello, rosso ed esclusivamente italiano, e vero caffè per concludere questo meraviglioso banchetto in compagnia di gente davvero piacevole. Con la scusa di una carota, si aggiungerà pure una simpatica coppia di ragazzi di Parma, in arrivo dalla Giordania col loro ducati monster.
14.08.08 ore 06:00
Ultima colazione da sultano e ripartiamo rigenerati alla volta di Palmira, una verde oasi nel mezzo del deserto orientale.
Rischiando pure di rimanere senza benzina lungo il percorso, facciamo sosta obbligata all’unico punto di ristoro, il famoso Bagdad Cafè: locale veramente carino e dall’accoglienza simpatica. E qui ritroviamo i ragazzi di Parma con i quali, sorseggiando un bel tè all’ombra, ci si dà appuntamento per la cena.
Col sole in candela arriviamo a Palmira e veniamo subito assaliti dai primi venditori, rappresentando i classici "polli da spennare". Ma non ci lasceremo abbindolare, troveremo una buona sistemazione e aspetteremo che scenda un po il sole per visitare lo splendido sito romano.
Tra cammelli a passeggio e bimbi che ti assillano con le cartoline, riusciamo a immortalare un romantico tramonto tra le rovine.
Passeremo infine la serata con Davide e Giovanna, tra racconti di viaggi e sogni di mete ancor più lontane...
15.08.08 ore 06:00
Nonostante i nostri buoni propositi di goderci un’imperdibile panorama dall’alto all'alba, siamo costretti a rientrare in fretta a causa di un vento fortissimo e pericoloso. Misera colazione e salpiamo le ancore per intraprendere un lento rientro verso la Turchia.
Improvvisiamo una piccola deviazione al Krak dei Cavalieri, la più imponente fortezza dei crociati ancora intatta. Dove però scatteremo solo "2 foto 2", svogliati dai parcheggiatori insistenti e i pullman carichi di turisti.
Nel primo pomeriggio, sempre sotto il sole cocente, raggiungiamo la piccola frontiera siriana di Kassab inerpicata tra le montagne. Trafila burocratica sfiancante tra mazzette varie e facce da sberle... e nessuno che parla inglese! Dopo più di 2 ore riusciamo finalmente a rimettere piede in Turchia.
Percorriamo ancora un centinaio di km e cediamo al richiamo di un hotel a bordo strada, apparentemente tranquillo. Solo all’ora di cena ci renderemo conto di esser finiti in mezzo ad un matrimonio turco, con tanto di dj e musica araba a tutto volume fino all’alba!
16.08.08 ore 07:00
Finita la musica, suona la sveglia!
Ma constatiamo di aver comunque dormito come due sassi e di sentirci belli riposati.
Ansiosi di raggiungere la nostra prossima ambita meta, mettiamo la prima e gran gas verso Cirali, splendida spiaggetta circondata dai monti e baciata da un caldo mare turchese. Per raggiungerla percorreremo 800 km di strade costiere e mille tornanti, costantemente tentati dalle splendide baie di tuffarci vestiti, con moto e bagagli.
Arriviamo col buio e confermiamo la prima camera coccola che ci viene mostrata in una pensioncina in mezzo al verde.
...E ci abbandoniamo ad un sonno tranquillo.
17.08.08 ore 09:00
Ci svegliamo col sorriso sulle labbra all’idea di passare la giornata sguazzando in queste acque cristalline e collezionando coloratissimi ciottoli dalle forme più strane.
Nonostante il caldo e l’elevato tasso di umidità, questo posto ci incanta ancor oggi come 3 anni fa.
Oziamo tutto il giorno e, belli arrostiti dal sole, ceniamo al Caretta Caretta in compagnia di una simpatica coppia di milanesi incrociati ad Antalia il giorno prima.
18.08.08 ore 09:00
Altra splendida giornata di relax, movimentata solo dalla sfaticaccia serale per salire a vedere le chimere. Parcheggiamo la moto ai piedi del monte e ci spariamo la bella salita tutto d’un fiato belli grondanti (tasso di umidità del 99,9%! ...o quasi insomma!!). Ma la vista di questo spettacolo naturale di piccoli falò (fiamme che escono spontaneamente dal terreno da millenni) ci ripaga degli sforzi. Per fortuna quest’anno seguiamo i consigli della guida e ci muniamo di piletta per la discesa, che al buio diventa meno pericolosa. Rientriamo alla pensione disidratati e affamati come lupi. Ci scoliamo 2 birre lecchiamo pure i piatti.
19.08.08 ore 09:00
Ultimo giorno di "svaccamento". E ce lo godiamo in riva al mare tra una nuotata e un pisolino, fino al tramonto. Inconsapevoli della bruciata che ci aspetta!
Tristi tristi rifacciamo le valigie... e solo adesso mi accorgo che la Monica mi ha riempito lo zaino di sassi colorati. Adesso dove me li metto anche questi?!?
20.08.08 ore 05:30
Oggi per noi è una giornata speciale. Tre anni fa non eravamo riusciti a visitare Efeso a causa di un incidente, avuto col Pegaso, che aveva concluso anticipatamente di qualche giorno il nostro viaggio. Ora finalmente raggiungiamo la meta, con un occhio di riguardo in più alla strada maledettamente scivolosa e piena di imprevisti.
Il caldo è insopportabile e non ci permette di godere appieno dello splendido scenario dei resti del sito, ma ne è valsa comunque e sicuramente la pena. Anche la cittadina di Selçuk pare piuttosto bella, ma non ci possiamo permettere più di un veloce spuntino perché per le 17 dobbiamo essere ad un importante appuntamento a Izmir. Ci aspetta Ahmet, il medico che per una settimana si prese cura della Monica in ospedale. Una persona meravigliosa con la quale era nata una splendida amicizia. Tanto che ha partecipato al nostro matrimonio due anni fa, accompagnato dalla moglie, la dolcissima Aipegul.
Non sappiamo aggiungere altri dettagli per descrivere la magnifica serata trascorsa insieme, davanti ad un buon vino turco e ad una cenetta tipica preparataci con tanto amore.
21.08.08 ore 07:00
Colazione alla turca, che quasi non riusciamo ad alzarci dalla tavola, e lasciamo a malincuore il nostro caro dottore, promettendoci di rivederci ancora presto... in qualche parte del mondo.
Risaliamo la costa e salutiamo l’Asia attraversando lo stretto dei Dardanelli a bordo di una vecchia carretta di mare.
Arrivati alla frontiera di Ipsala ci imbattiamo nell’ennesima coda infinita, ma con scaltrezza e faccia tosta ci svincoliamo e ce la caviamo in poco più di una mezz’oretta.
Finalmente l’autostrada greca mi permette di dare sfogo ai quasi 100cv del vara rimasti finora imbrigliati e cerchiamo di percorrere più km possibili. Reincontriamo i ragazzi di Parma (lasciati una settimana fa a Palmira), trascorriamo una breve sosta in compagnia, e continuiamo la cavalcata finchè alle 22.30 decidiamo che forse è il caso di fermarci nei pressi di Salonicco.
22.08.08 ore 06:30
7,30€ per 2 caffè e una brioche... Siamo proprio tornati in Europa!
E con un nodo in gola ci rendiamo conto che il nostro viaggio sta per finire.
Passiamo nel Peloponneso attraversando il nuovo ponte di Rio (1,60€ per le moto contro gli 11€ e passa per le auto!) e giungiamo a Patrasso ormai rassegnati al nostro triste rientro.
Siamo all’imbarco: io mi preoccupo di stivare al meglio la moto sotto i primi sguardi sbigottiti per la mia sella impellicciata (più che sbigottiti schifati!), la Monica si fionda sul ponte a cercar la migilior sistemazione per la notte. Oltre ad esserci assicurati un’ottima postazione (riparata da venti e intemperie) ceniamo pure a base di pesce: tonno in scatola e crackers! Wow!
23.08.08
La notte è stata turbolenta: vento forza 9 e rischio tsunami, ma il nostro rifugio “antiatomico” è stato impeccabile (e invidiatissimo!).
Sbarchiamo ad Ancona nel pomeriggio e ci imbattiamo subito nel controesodo estivo: autostrada bloccata e statali intasate.
Lungo la s.s. Romea ci godiamo l’ultimo splendido tramonto di questo viaggio indimenticabile, ripercorrendo con la mente gli 8000 km di incantevoli paesaggi, incontri speciali, esperienze che ti lasciano il segno e volti di gente meravigliosa!
Con una lacrima agli occhi ma un sorriso nel cuore ritorniamo alla vita di tutti i giorni, sicuramente cambiati e arricchiti dentro.
Un ringraziamento speciale va a mia moglie Monica che ha condiviso con me ogni istante di questo viaggio, nell’entusiasmo e nelle difficoltà, rendendoci ancora più uniti.
...E sicuramente un elogio anche al mio mitico Vara che, anche se ferito, non ha mai dato segni di cedimento, lasciandosi cavalcare allegramente fino all’ultimo chilometro!