IRAN 2009
Venezia-Persepolis by bike
Nonostante i recenti eventi socio-politici e i continui tentativi di dissuasione esterni, decidiamo di portare a termine questo nostro progetto partito ancora l’inverno scorso e di affrontare a mente e cuore aperti questi 11.000 km e 30 giorni di viaggio alla scoperta dell’Antica Persia.
Protagonisti i soliti infaticabili: il sottoscritto, mia moglie Monica e il nostro mitico Varadero.
No assistenza, no sponsor… e no Alpitour!
Speriamo di non annoiarvi… semmai cambiate canale!
31/07/2009 ore 19:30 Venezia (IT) – Postumia (SLO)
E un’altra avventura ha inizio!
Moto stracarica come al solito. Anzi, di più. Ma sempre convinti nel lasciare a casa un’unica cosa: i pregiudizi.
Dopo mesi di trafile burocratiche e settimane di preparativi concitati l’adrenalina è al massimo, ma basta salire in sella e aprire il gas per sciogliere ogni tensione.
3-2-1… Si parte!
Nonostante un traffico intenso di vacanzieri fantozziani, arriviamo puntuali e senza alcun problema alla nostra prima destinazione in Slovenia: Postumia.
01/08/2009 ore 07:00 Postumia (SLO) – Nis (SRB)
Oggi lunga tappa di trasferimento: attraversiamo le frontiere di Slovenia e Croazia cercando di nascondere ai doganieri la nostra vera meta finale per evitare… come dire… “incidenti diplomatici”.
Caldo e traffico la fanno da padrona ma noi imperterriti arriviamo, come da programma, in Serbia a Nis. Proprio bel paesino dove riaffiorano i ricordi selvaggi dell’anno precedente a Jagodina: fauna locale da capogiro! (…ma perché me so sposà?!?!?).
Piacevole serata tra le viuzze del centro. Un po’ meno la nottata passata in bianco per la vittoria della Serbia ai mondiali di pallanuoto… Che culo!
02/08/2009 ore 07:30 Nis (SRB) – Plovdiv (BG)
Dopo una folcloristica colazione al mercato ortofrutticolo della città, si preannuncia una giornata piena di emozioni, soprattutto per Monica. Anche quest’anno c’è la nostra cara amica Deedee ad aspettarci (ed ospitarci calorosamente) a Plovdiv in Bulgaria.
Vi risparmio i dettagli di un abbraccio strappalacrime, ma riconfermo la genuinità e le “forme smaglianti” di queste terre balcaniche!
Rinfrescati e ripuliti dallo smog ceniamo in un bel localino tipico del centro dove si unisce a noi anche Maria, una cara collega di Deedee. E vai con un commovente scambio di regali!
Giusto per digerire facciamo 4 passi fino in cima alla collina (sembra più un’arrampicata direi!), che ci permette però di ammirare uno splendido scenario di Plovdiv by night. Peccato solo per la mia vista un po’ annebbiata… dalle birre!
03/08/2009 ore 07:30 Plovdiv (BG) – Bolu (TR)
Ci svegliamo esattamente nella stessa posizione di come ci siamo buttati a letto ieri sera. E purtroppo è già ora di ripartire per il nostro lungo viaggio.
Ci lasciamo alle spalle la Bulgaria e la nostra cara amica Deedee sempre con un grosso nodo in gola, ma con la speranza di rivederla presto. Ci consola solo il fatto che tra qualche ora rimetteremo piede in Turchia.
E come ci fermiamo all’ombra di un albero per una breve sosta, si avvicinano dei militari… che con un gran sorriso ci vengono ad offrire un po’ del loro pranzo! …Cari!! Però una domanda sorge spontanea…: “Ma facciamo davvero così pena?!?!”
Oltrepassiamo velocemente Istanbul, sapendo però di poterla rivivere almeno per una notte al ritorno. E schiviamo per un pelo un pneumatico da tir perso in mezzo all’autostrada.
Ri-welcome to Asia! Ciao Europa, ci vediamo tra un mese!
Maciniamo un altro bel po’ di km e arriviamo a Bolu verso sera, dove tutto si spegne con l’ultimo canto del Muezzin ed un vecchietto che esce barcollante dalla moschea col suo bastone e il prestigioso turbante bianco.
04/08/2009 ore 07:00 Bolu (TR) – Susehri (TR)
Imbocchiamo l’antica “Via della Seta” per avvicinarci ai confini con l’Iran, attraversando la zona settentrionale della Turchia: terra di cicogne e di risaie, case dai tetti pericolanti e greggi al pascolo, asini solitari nei campi e bimbi che ti salutano con la mano. L’aria è fresca e frizzantina e queste verdi vallate sono incorniciate soltanto da qualche nuvoletta bianca messa qua e là per decorare il panorama. Scorrono così dolcemente circa 700 km di strade più o meno belle, arrivando nel tardo pomeriggio a Susehri, un piccolo paesino sperso nel nulla al centro della Turchia.
Chiudiamo in bellezza con una splendida cenetta a 3,50 € in una tipica “bettola” turca. Che lusso!
05/08/2009 ore 07:00 Susehri (TR) – Dogubayazit (TR)
Anche oggi scivolano via parecchi km di asfalto immersi nel verde tra vallate e passi a più di 2.000 metri di altitudine. Il clima è più che piacevole, le strade un po’ meno: sono tutte crateri e cantieri aperti. Mangiamo un bel po’ di polvere, ma ci riempiamo gli occhi di paesaggi mozzafiato dai caldi colori e da un cielo terso. Man mano che ci si spinge ad est la vegetazione si dirada e lascia posto a scenari un po’ più aridi, ma non meno belli. Le case dai tetti pericolanti diventano capanne di fango e pietre e i bimbi che prima salutavano con la mano ora iniziano a lanciare sassi… un gioco tipico di questa zona che non si rendono conto di quanto pericoloso sia.
Ed ecco che per il tramonto vediamo avvicinarsi il Monte Ararat, che con i suoi 5.000 metri e la sua cima sempre innevata ci accoglie ai confini con l’Iran. Ci fermiamo al primo hotel che incontriamo a Dogubayazit dove passiamo l’ultima notte in fibrillazione prima di dare l’assalto alla frontiera iraniana. E a cena pianifichiamo i dettagli per l’indomani gustandoci l’ultima vera birra, visto il divieto assoluto d’alcolici nella Repubblica Islamica. …E allora vai con il bis!
06/08/2009 ore 07:00 Dogubayazit (TR) – Tabriz (IR)
Prima di puntare per la frontiera, ci concediamo una piccola deviazione verso il palazzo Ishak Pasa per scattare qualche foto dall’alto tra pecoroni e mucche al pascolo.
La temperatura comincia a salire e sotto un sole cocente e 1000 sguardi curiosi della gente iniziamo le lunghe procedure burocratiche continuamente sballottati da uno sportello all’altro e attaccati da loschi individui “change-money… change-money”!
E ad un certo punto non vedo più Monica… No! Non ci credo! Eccola: bardata dalla testa ai piedi col suo bel Hijab a fiori e il mantò grigio si confonde tra le vere donne musulmane.
Occhialoni da sole e aspettiamo l’apertura dei cancelli iraniani per poter finalmente metter piede in questo “stato canaglia”.
Chissà cosa ci aspetta…
1. Cambiando 300,00 € intasco MILIONI di Rial
2. Pranziamo abbondantemente in due con soli 3,00 €
3. Faccio il pieno con soli 5,00 €
Come inizio non mi sembra niente male!!
Arriviamo a Tabriz dopo circa 300 km di paesaggi aridi ma affascinanti, molto simili al Marocco. L’impatto con la città invece è piuttosto forte: è un tumulto di clacson e traffico intenso con le auto che ti sfrecciano a fianco in tutte le direzioni. Sembrano impazziti… Qui le regole davvero non esistono, vince semplicemente il più grosso. Ma anche noi col nostro Varadero ci facciamo più che valere! La popolazione però sembra già molto accogliente, sbracciandosi dalle auto in corsa e urlandoci “welcome to Iran”!
Arriviamo sani e salvi in Hotel. Ci docciamo e ci prepariamo alla nostra prima vera cenetta iraniana.
07/08/2009 ore 08:00 Tabriz (IR)
Giornata indimenticabile. Soprattutto nel pomeriggio, quando decidiamo di prendere un taxi per andare a visitare Kandovan, un paesino a 60 km da Tabriz definito come la Cappadocia iraniana. Molto suggestive le case scavate nella roccia e le bancarelle tra le viuzze polverose, ma niente a confronto della corsa spericolata in taxi tra sorpassi alla cieca, tornanti su due ruote e pop music iraniana a tutto volume con danza concitata del tassista. Ragazzi che brividi! …Altro che montagne russe del Gardaland!
Fortunatamente la mattina ci eravamo rilassati passeggiando tra le fresche vie del bazar… ahimè chiuso di venerdì (evvaiii!!) e la Moschea Blu, ignari di quanto ci avrebbe aspettato di lì a poco.
Chiudiamo la serata all’affollato “El Goli Park” agganciati di continuo da giovani studenti impazienti di poter parlare inglese con qualche straniero.
Cenetta a base di pesce… e di nuovo sani e salvi in hotel. “Inshallah!”
08/08/2009 ore 07:00 Tabriz (IR) – Tehran (IR)
Lasciamo Tabriz di buon’ora, con un cielo grigio ma una temperatura ottima per il viaggio. Ed è così che lungo il tragitto decidiamo di proseguire oltre Qazvin e raggiungere la tanto discussa Tehran.
Entriamo alle porte della capitale scortati da automobilisti in delirio che tentano approcci anche in corsa e ci fanno segni di benvenuto. Smog e caldo sono scontati. Un po’ meno la nostra guida che diventa sempre più selvaggia e spericolata per sopravvivere a questa vera e propria selezione naturale. Le infrazioni ormai non si contano più (in Italia sarei già senza patente!). Vorrà dire che mi sto integrando alla grande!?
Arriviamo baldanzosi in Piazza Azadi per l’irrinunciabile foto di rito sotto il famoso monumento, sotto lo sguardo indagatore di diversi poliziotti che ci tengono sott’occhio. E “gran gasss” raggiungiamo l’hotel contromano (ma in perfetta sintonia e coerenza con l’ambiente) assistendo ad un tamponamento in diretta sotto una pioggia di imprecazioni persiane!
09/08/2009 ore 08:30 Tehran (IR)
Dopo una vera ronfata galattica dedichiamo l’intera giornata alla visita della città.
Iniziamo con i musei di arte contemporanea e del tappeto, che però non ci entusiasmano un granché. Come neanche il tassista che ci accompagna: sembra piuttosto assonnato e “troppo” prudente nella guida… Quasi quasi rimpiango quello di Tabriz!
Ci tuffiamo allora nel bazar in cerca di adrenalina e di un posticino dove pranzare e qui non rimaniamo invece delusi. Un fiume di gente ci trascina per le vie tra i mille amenicoli esposti di ogni genere e sorte. Fortunatamente la fame ci distrae e ci fa uscire a mani vuote da questo mare di tentazioni.
Nel pomeriggio cerchiamo un po’ di ristoro al Golestan, il famoso palazzo delle rose, ma non ci resta che ammirarlo dai cancelli per chiusura domenicale. Che sfiga!
Ci prepariamo allora ad una “mission impossible”: fotografare i famosi murales dell’ex ambasciata americana senza farsi beccare dai pasdaran e magari confiscare la macchina fotografica (senza contare le possibili frustate in piazza!). Dopo un giro di ricognizione, stando attenti alle telecamere, entriamo in azione e come due veri 007 riusciamo ad immortalare delle foto strepitose. Ce la diamo quindi a gambe levate verso l’hotel tutti euforici e ansiosi di rivedere gli scatti rubati.
…Che sudata ragazzi!
10/08/2009 ore 07:00 Tehran (IR) – Kashan (IR)
Lasciamo Tehran dopo aver perso quasi un ora per trovare la strada giusta, ma ormai svezzati a questo incredibile traffic jam.
Ci aspetta Kashan, una piccola cittadina all’apparenza poco interessante ma che ci riserverà invece piacevoli sorprese. Tanto per cominciare non riusciamo a scendere dalla moto che riceviamo un inaspettato invito a cena da Sayed, uno studente universitario del posto che non vedeva l’ora di scambiare 4 chiacchiere in inglese con degli stranieri. Ci diamo allora appuntamento per la sera e nel frattempo visitiamo l’onnipresente bazar; ci godiamo un chay in una meravigliosa sala da te, dalla quale riusciamo anche ad accedere al tetto e ammirare l’intera città dall’alto; raggiungiamo due fastose case tradizionali di antichi mercanti perfettamente conservate, con cortili da 1000 e una notte; e concludiamo il nostro giro con una capatina ad un ex hammam e un paio di moschee sempre dai vivi mosaici e un fascino orientale.
Ore 20:00. Acquistiamo un vassoio di profumatissimi pasticcini e tutti belli lustrati ed emozionati siamo pronti per l’incontro. Ci passano a prendere con una vecchia Mercedes che sfoggia più di 450.000 km all’attivo. …E direi che si sentono tutti. Tra una sfrizionata e qualche grattata di troppo arriviamo in casa Ahmadì, dove, tolte le scarpe, ci presentiamo a tutta la famiglia e dopo un lungo scambio di convenevoli inizia il banchetto. Tutti rigorosamente seduti per terra intorno ad una generosa tavola imbandita sull’immancabile tappeto persiano che ricopre tutta la sala da pranzo. Veniamo serviti e riveriti come due veri scià. Ora capisco e sento appieno quel senso di sacralità che i musulmani attribuiscono all’ospite. Inutile aggiungere dettagli di una serata indimenticabile, rapiti dalla loro cordialità e genuinità e sempre più affascinati da questo popolo così umile ma orgoglioso.
11/08/2009 ore 07:00 Kashan (IR) – Yazd (IR)
Direzione Yazd, ma passando prima a visitare il pittoresco villaggio di Abyaneh ai piedi del monte Karkas, con le sue case color ocra e gli stretti e ripidi vicoli di fango e pietre. Ci godiamo questi momenti di frescura che non troveremo più proseguendo verso sud. Il panorama infatti si fa sempre più arido fino a diventare desertico e il caldo che ci investe ci costringe a chiudere ogni singola presa d’aria di caschi e abbigliamento.
Allo zenit cerchiamo un po’ di ristoro a Na'in, famoso per i suoi tappeti, ma che noi ricorderemo per ben altri motivi. Ci fermiamo a mangiare un’insolita pizza iraniana alta circa 4 spanne. E per digerirla non ci rimane che buttarci all’ombra degli unici alberi che troviamo… al centro dell’aiuola spartitraffico di una rotonda, come fanno tutti i veri iraniani (veri e propri campioni di pic-nic nei posti più impensati).
Arrivati finalmente a Yazd troviamo alloggio nel meraviglioso Silk Road Hotel, dalla struttura tradizionale e dall’atmosfera esotica e rilassante, raccolto intorno ad un cortile rigoglioso. Metterei volentieri le radici qui anch’io.
12/08/2009 ore 08:30 Yazd (IR)
Abbondante colazione a buffet con sottofondo musicale molto soft… e siamo pronti ad una giornata di tour per la città. Ammiriamo gli splendidi stucchi e le coloratissime maioliche delle moschee più importanti e ci perdiamo nel dedalo di vicoli tortuosi, tra le case di fango e le torri del vento (bagdir) che caratterizzano Yazd. Ci viene offerto del profumatissimo pane appena sfornato e ce lo gustiamo all’ombra di un imponente portone, ascoltando il canto del muezzin del mezzogiorno.
Prendiamo un taxi e andiamo a scovare un paio di siti zoroastriani: le suggestive torri del silenzio, inerpicandoci sulla collina e spaziando con lo sguardo su tutta la città; e il famoso tempio del fuoco, dove arde ininterrottamente una fiamma dal 470 d.C.
Puntatina veloce all’immancabile bazar, alla prigione di Alessandro e ad un’antica dimora qagiara.
Cenetta in un ex hammam e via a nanna presto per la sveglia all’alba che ci aspetta l’indomani.
13/08/2009 ore 05:30 Yazd (IR) – Shiraz (IR)
Alle prime luci dell’alba partiamo per raggiungere il punto più a sud del nostro viaggio: Shiraz. Culla della cultura persiana e centro vivace frequentato da giovani alla moda (capello lungo e senza “mostacho”), un tempo città del vino e della poesia.
Durante il tragitto ci concediamo uno spuntino all’ombra del millenario cipresso di Abarkur e una breve visita a Pasargade per portare i nostri omaggi alla tomba di Ciro il Grande. Ma la principale attrazione diventa subito il nostro poderoso Varadero che, con i suoi 1000 cc cattura l’attenzione di molti, ma soprattutto di una bella iraniana che mi supplica di farla provare a salire in sella.
Dopo la visita del sito veniamo ancora un a volta fermati da un’altra famigliola iraniana che ci offre gentilmente del buon tè e pasticcini per fare due chiacchiere e una foto tutti orgogliosi in compagnia. Ce la filiamo prima che il capofamiglia apra anche il melone, ma con un grosso nodo in gola quando ci accorgiamo che uno dei ragazzini ci guarda andar via con gli occhi pieni di lacrime. E con questa immagine nel cuore… arriviamo a Shiraz.
Nel pomeriggio abbiamo il tempo di fare un tuffo nel bazar - e qui cominciano i primi acquisti di Monica… ohiohiohiii! - dove ci avvicina un quattordicenne che col suo inglese fluido e le sue vaste conoscenze ci lascia letteralmente a bocca aperta. Rimaniamo però ancor più di sasso quando, lasciatici accompagnare al mausoleo del re della luce (un’imponente moschea interamente ricoperta di specchietti e circondata da un ampio giardino), assistiamo ammutoliti alla preghiera di migliaia di fedeli al tramonto. Un’esperienza sconvolgente vedere questo enorme tappeto di gente piegarsi e alzarsi simultaneamente come un’onda a un canto di preghiera… che ipnotizza anche i piccioni sul cornicione.
14/08/2009 ore 07:00 Shiraz (IR) – Persepolis (IR) – Shiraz (IR)
E finalmente la nostra tanto sognata PERSEPOLIS!
Alle prime ore del mattino varchiamo trionfanti la monumentale Porta delle Nazioni sotto lo sguardo severo dei due tori guardiani ed entriamo in quella che un tempo fu la capitale dell’Impero Persiano. Gironzoliamo curiosi tra le rovine dei fastosi palazzi reali dalle 100 colonne e dagli affascinanti bassorilievi, scattando foto a destra e a manca.
Passiamo davanti a una tribù di nomadi Qashqai e lasciamo l’antico sito per visitare, ancora col sole in candela, la vicina necropoli: le tombe rupestri di 4 dei più importanti imperatori achemenidi dell’epoca.
Torniamo soddisfatti (e un po’ cotti) a Shiraz per rilassarci tra freschi giardini e moschee.
15/08/2009 ore 05:30 Shiraz (IR) – Esfahan (IR)
Sfruttiamo le ore più fresche per coprire i 500 km che ci separano da Esfahan: una delle più belle città islamiche, definita come la “metà del mondo” per le sue mille meraviglie.
Dopo la solita estenuante trattativa sul prezzo dell’hotel, condita da sceneggiate strappalacrime di Monica, ci dirigiamo (belli puliti e rinfrescati) all’imponente “Imam Square”: la seconda piazza più grande al mondo dopo quella Tienammen di Pechino. Ammiriamo uno splendido tramonto sulle cupole turchese che spuntano tra i minareti, stesi sul prato intorno alla fontana tra famigliole e coppiette che si godono i pic-nic. E per assaporare al meglio anche la cucina iraniana, ci tuffiamo in un locale tipico cenando seduti sui tappeti a gambe incrociate tra morbidi cuscini, finestre colorate e legni intarsiati. Pagando però caro tutto questo sfarzo… ci troveremo infatti un conto di ben 8 €… in due! …Ciorba!!
16/08/2009 ore 09:00 Esfahan (IR)
Dormita imperiale e, ancora assonnati e in gran relax, iniziamo a visitare le meraviglie che circondano l’Imam Square: il palazzo di Ali Qapu con i suoi 6 piani e la sua ampia terrazza panoramica, la moschea dell’Imam e quella dello sceicco Lotfollah con i loro splendidi mosaici e dalla perfetta acustica. Ci infiliamo nel bazar e sperimentiamo un ottimo persian fast-food dove i panini arrivano direttamente dall’alto… con una carrucola.
Nel pomeriggio veniamo letteralmente assaliti da scolaresche che ci tempestano di domande per migliorare il loro inglese… ma mi sa che ne abbiamo più bisogno noi! Nel giro di 10 minuti abbiamo catalizzato l’attenzione di mezza piazza e non appena individuiamo una via di fuga tagliamo la corda e ci rifugiamo al ponte Si-o-seh, meritandoci un romantico tramonto. Peccato solo che il fiume sia in secca!
17/08/2009 ore 08:00 Esfahan (IR)
Non ho più scuse per tenere a bada Monica con lo shopping. Oggi un gran sospiro e le lascio dare sfogo ai suoi più profondi istinti predatori. Apriti o bazar… e che il saccheggio abbia inizio!
Ore 19:30… e stiamo ancora girando per negozi di tappeti. Ho esaurito ogni riserva di energie, mentre Monica non dà alcun segno di cedimento… Aiutatemi! Ma (s)fortunatamente non scocca la scintilla e ce ne torniamo in hotel (con l’amaro in bocca ad esser sincero…) più leggeri di quanto immaginassi: …con sole due borse di souvenir!
18/08/2009 ore 06:30 Esfahan (IR) – Hamadan (IR)
E inizia la nostra lenta risalita in direzione Hamadan: piccola ma caotica cittadina dell’Iran centrale. Come in tutto il resto del paese, anche qui lo smog è intenso e brucia alla gola… e più di qualcuno gira con la mascherina. Speriamo si decidano presto a cambiare il parco mezzi. Il bassissimo prezzo del carburante oltretutto non aiuta di certo l’ambiente.
Alla prima sosta in un villaggetto sperduto si forma il solito capannello di gente curiosa intorno alla nostra moto e, dopo averci offerto del tè e un panino, ci caricano di cetrioli in cambio di una foto “all together”. Prima di ripartire Monica cerca un bagno e non lo trova che in un ospedale direi piuttosto malmesso… che la lascia alquanto sconcertata.
Arriviamo in centro nel pomeriggio e alloggiamo in un hotel un po’ kitch dai quattro pittoreschi stili diversi, uno per ogni piano. Scaricati armi e bagagli tentiamo la “mission impossible 2”: cercare anche qui il tappeto dei nostri sogni. Ma l’impresa si rivela più difficile del previsto e gettiamo la spugna esausti e affamati.
19/08/2009 ore 07:00 Hamadan (IR) – Orumiyeh (IR)
Riusciamo a metterci in strada solo dopo aver fatto spostare una decina di macchine parcheggiate dietro la nostra moto.
Oggi attraversiamo la zona curda dell’Iran, in un alternarsi di giallo, verde e ocra, costeggiando un grande lago salato dal riflesso abbagliante e accarezzati da un’aria fresca ma sempre troppo inquinata. Qui la maggior parte degli uomini ha dei buffi vestiti, con dei calzoni a pagliaccio e delle strane fasce in vita.
Assorti nei nostri pensieri… ci troviamo improvvisamente di fronte ad un grosso tornado che ci fa inchiodare bruscamente e restare pietrificati mentre lo osserviamo tagliarci la strada.
Arrivati a Orumiyeh la scena si ripete con il solito bagno di folla. Ma stavolta interviene pure la polizia per dissolvere l’ingorgo e ripristinare il traffico.
Nascosta la moto in un parcheggio interrato ci rilassiamo un po’ e ci prepariamo per la cena.
Ci rimpinziamo con dell’ottimo tachin e chicken-kebab, annaffiati da una gustosissima ma analcolica birra all’ananas e una zam-zam cola. Con la bellissima idea di rientrare a piedi piuttosto che in taxi riusciamo anche a trovare le tanto cercate spezie e a guadagnarci della freschissima anguria offerta da un vecchietto dal sorriso smagliante.
20/08/2009 ore 06:30 Orumiyeh (IR) – Bingol (TR)
Oggi la racconto io (Monica), perché è stata una giornata davvero memorabile…
Dopo una cinquantina di km raggiungiamo senza fatica il confine a Serouh. Perdiamo le solite due ore per la lenta burocrazia di rito, salutiamo con l’ultimo sguardo l’Iran e rimettiamo piede in Turchia. E qui però scatta la mia danza liberatoria: a ritmo di “maracaibo” mi svelo dagli opprimenti hijab e mantò che mi hanno coperta per queste due settimane, soffocando quel senso di libertà che diamo per scontato noi in occidente. …Olè!!
Riprendono finalmente a funzionare anche gli sms e non vediamo l’ora di scolarci una bella Efes davanti a un’invitante pide. Ma l’euforia viene presto infranta da una sassata che mi prendo sull’anca da un ragazzino curdo. Se lo becco lo mangio!
Attraversando il Kurdistan turco i posti di blocco sono frequenti e siamo costretti a fermarci di continuo per il controllo dei documenti. A sto punto ne approfitto e chiedo di andare in bagno… in una caserma turca.
Ma il bello deve ancora venire. A parte i laghi di Van e i meravigliosi paesaggi che si alternano, ci dobbiamo barcamenare in continui slalom nei cantieri aperti e affrontare quasi tutti gli ultimi 200 km di sterrato alla “Parigi-Dakar” e col buio. Che esperienza sconvolgente! Ma ormai siamo diventati dei veri esperti e cavalchiamo agilmente il nostro cubano in qualsiasi condizione.
Arrivati sani e salvi a Bingol troviamo da dormire in un postaccio e ancora belli luridi ceniamo a bordo strada.
Giornata che resterà negli annali!
21/08/2009 ore 07:00 Bingol (TR) – Goreme (TR)
Ci svegliamo felici, anche se dentro questa topaia, all’idea che ci aspetta la nostra adorata Cappadocia.
Scivolano via 650 km di asfalto senza neanche sentirli, tra passi ed altipiani ad un’ottima temperatura e con le strade che ormai ci fanno un baffo.
Anche quest’anno ci becchiamo un radar-control, ma i poliziotti più clementi ci lasciano andare raccomandandoci solo un “go slowly”… E vai!! Siamo presto di nuovo ai 130 e ci vediamo ridare il benvenuto dal famoso cartello “Welcome to Goreme”.
Arriviamo dritti dritti nell’hotel dell’anno scorso e tutti eccitati ci riprendiamo la stessa cave room n° 20. Restiamo a goderci il tramonto sulla terrazza panoramica e scendiamo in paese sotto una meravigliosa stellata per una deliziosa cenetta.
22/08/2009 ore 09:00 Goreme (TR)
…Relax che più relax non si può.
Inforchiamo la moto e ci lasciamo guidare tra le incantevoli valli della Cappadocia, sotto un cielo terso e ad una temperatura piacevole.
Ci godiamo questa nostra mini luna di miele tra un paesaggio mozzafiato e un çay all’ombra di un pesco.
Pranziamo con Marc, un giovane biker tedesco che ci affascina con i suoi racconti di viaggio e la sua attuale meta in Thailandia, attraversando un nugolo di Paesi asiatici nei prossimi 6 mesi con la sua mitica Africa Twin.
E all’imbrunire… quando ormai ogni speranza sembrava persa, scoviamo il tappeto dei nostri sogni! Era lì che ci aspettava, appeso al muro e mezzo impolverato, nel negozio del nostro amico Cofur. Ora il Varadero dovrà sobbarcarsi anche 6 mq di turkish carpet! Passerò la notte insonne pensando a come farlo stare.
23/08/2009 ore 06:30 Goreme (TR) – Istanbul (TR)
Il nostro bisonte è carico. E noi pure!
Con un freddo cane partiamo alla volta dell’antica Costantinopoli.
Viaggio tranquillo, movimentato solo da un paio di incendi a bordo strada nei pressi di Istanbul e un’ora persa tra strade interrotte e bloccate dal traffico all’entrata della città.
La graziosa camera dell’hotel Ayasofia a Sultahnamet ci fa decidere di passare qui almeno due notti e goderci di nuovo questa coinvolgente metropoli.
Cena su terrazza panoramica e passeggiata tra le mille luci e la gente in festa per il Ramadan.
24/08/2009 ore 09:00 Istanbul (TR)
Ci sentiamo veramente coccolati in questo bellissimo albergo dallo stile ottomano e dalle colazioni mega-rigeneranti. Ora sì che siamo pronti a tuffarci in questa città dall’atmosfera esotica e che non ti annoia mai.
Torniamo volentieri nel Gran Bazar a mercanteggiare qualcos’altro da portare a casa (visto che non siamo ancora al limite di carico…) e ad assaporare profumi di spezie e vecchi tappeti.
Chilometrica passeggiata fino ai piedi dell’antica Torre di Galata, costruita dai genovesi intorno al 1300 e ora circondata da un sacco di intriganti negozietti vintage (dove Monica farebbe volentieri follie).
Ci trasciniamo con le ultime forze rimaste alla base per ristoraci un po’… e via per un altro tour serale, tra moschee illuminate e ristorantini invitanti, per una meritata e gustosissima cena accompagnata dal canto del muezzin.
25/08/2009 ore 06:30 Istanbul (TR) – Psakoudia (GR)
Salutiamo per la terza volta questa città che non ci stanca mai di rivivere e ci lascia sempre dei dolci ricordi, imboccando la strada per la frontiera con la Grecia. E proprio a 10 km dal confine ci becchiamo un radar che ci regala 267 lire turche di multa senza pietà dai poliziotti e alcun sconto.
Passiamo il confine con un po’ di amaro in bocca ma, a ripensarci bene, nei 4.000 km di Turchia attraversati fin’ora, col limite di 70 km/h per noi motociclisti… ci è andata più che bene.
Dopo aver fatto un tratto di fuoristrada anche qui in Grecia, ormeggiamo il nostro cargo in un grazioso campeggetto della penisola calcidica e gettiamo l’ancora per i prossimi 3 giorni.
E ora… sole, mare e gran relax!
26/08/2009 ore 09:30 Psakoudia (GR)
In questo bellissimo bungalow immerso tra ulivi e cedri ci svegliamo col rumore del mare e la voglia di tuffarci immediatamente in quest’acqua cristallina.
La giornata scorre dolcemente tra un pisolo sotto il sole cocente, una partita a racchettoni e un gelato in riva al mare.
Stasera è d’obbligo un gustosissimo souvlaki, contornato dall’immancabile greek-salad e birrozza da litro!
27/08/2009 ore 09:30 Psakoudia (GR)
Oggi poco da raccontare… ma ce la siamo goduta un sacco, tra una ronfata sotto l’ombrellone e una sguazzata in acqua.
E per chiuderla in bellezza: aperitivo in riva al mare a base di ouzo con ghiaccio, facendo da spettatori ad un caldo tramonto dipinto di rosa.
28/08/2009 ore 06:30 Psakoudia (GR) – Patrasso (GR)
Raccogliamo i nostri stracci, tappeto compreso, e ci dirigiamo con la coda tra le gambe verso Patrasso, dove troveremo (spero) un traghetto che ci imbarchi e ci riporti a casa.
E alle 6 del pomeriggio, sotto una mega strombazzata del capitano, lasciamo il porto per puntare verso Ancona.
Preparata la solita trincea per la notte sul ponte dell’Europa Palace che ci riparerà da venti e burrasche, ci abbandoniamo ad un lungo sonno ristoratore, ripensando alle innumerevoli tappe di questo meraviglioso viaggio.
29/08/2009 ore 08:00 Patrasso (GR) – Ancona (IT) – Venezia (IT)
Notte tranquilla e, belli riposati ma con un po’ di malinconia , ci prepariamo a rimetter piede in patria.
Ore 14:30 sdoganiamo il nostro “trasporto eccezionale” e percorriamo gli ultimi 300 km di questo nostro grande viaggio carichi all’inverosimile… non solo di bagagli, ma soprattutto di tutto ciò che ci resterà nel cuore: forti emozioni, gente speciale, culture diverse dalle profonde contraddizioni, profumi di spezie e odori veraci dei veri mercati, una miriade di paesaggi e un caleidoscopio di volti, sorrisi e strette di mano che ci hanno arricchito più di qualsiasi altra cosa.
E ci ritroviamo a festeggiare il nostro arrivo sotto la prima pioggia dell’intero viaggio sorseggiando un ottimo spritz a due passi da casa, in questa terra ormai quasi straniera… a Salzano City.
Conclusioni:
Ancora una volta ci rendiamo conto di quanto sia falsata e piena di preconcetti la realtà che ci viene propinata dai media e dai poteri forti. Gli iraniani si sono dimostrati un popolo meraviglioso, ospitale e che non ci ha mai fatto sentire a disagio o fuori luogo. E con la loro umiltà, la loro accoglienza e la loro curiosità hanno reso questo viaggio ancor più fantastico!
Grazie ancora una volta alla mia coraggiosa e selvaggia compagna di vita Monica, che ha affrontato con me senza mai una piega né una lamentela questa grande avventura.
E una standing ovation al mio fedele Varadero che si è dimostrato come sempre generoso e affidabile fino all’ultimo km, facendosi perdonare i suoi eccessi di velocità e i consumi spropositati di benzina e olio… ormai vado a miscela!!